La coltivazione dello Zafferano
La coltivazione dello zafferano è un momento molto importante per la pianta. Questo perchè la tecnica di coltivazione errata, puo’ essere fatale per l’impianto e la produzione casalinga.
Il ciclo colturale
La tecnica di coltivazione dello zafferano può avere un ciclo annuale come spesso avviene in Italia o poliennale. La tecnica annuale è spesso adottata dai produttori del centro Italia mentre la tecnica poliennale viene spesso utilizzata da produttori esteri al fine di abbattere i costi di manodopera.
La tecnica poliennale prevede che i bulbo tuberi vengano tenuti in terra per un periodo superiore al singolo ciclo biologico.
In Sardegna la durata del ciclo colturale va dai tre ai cinque anni
In Spagna la durata va dai due ai quattro anni
In Grecia la durata va dai sei ai sette anni
In India la durata va del sei agli otto anni.
Nel corso del tempo si sono anche svolte sperimentazioni della coltivazione in aereoponica e idroponica. La coltivazione in aeroponica si basa su coltivazioni in serra senza ausilio di terra mentre la coltivazione in idroponica è basata sostituendo al terreno una miscela di sostanze nutritive.
Il miglior risultato è ottenuto in termini di bulbi e spezia a peso secco è stato maggiore nella cultura aeroponica, ma l’alto costo della tecnica non facilita la diffusione.
La produzione di stimmi è simile a tutti i tre tipi di coltivazione ma la componente di costo di produzione è sensibilmente diversa per ogni tipo di coltivazione.
Il ciclo biologico
il ciclo biologico di un bulbo tubero diviso è in due fasi:
- La fase vegetativa che va da settembre a maggio
- La fase dormienza che va da maggio a settembre.
La fase vegetativa inizia nel mese di Settembre in cui bulbo tubero impianta le radici, allunga le spate che fuoriescono dal terreno generando foglie e successivamente il fiore. Successivamente le foglie si allungano permettendo la crescita e la moltiplicazione del bulbo.
La fase di dormienza è la fase in cui il bulbo tubero finisce il periodo vegetativo ed è fermo dal punto di vista biologico anche se si ipotizza che l’accrescimento dei nuovi bulbi continui fino a Giugno.
Il ciclo in breve
Settembre: il bulbo tubero alle prime piogge si risveglia e inizia a sviluppare le radici
Ottobre: il bulbo tubero inizia germogliare e i primi oggetti generano spate e foglie
Novembre: le foglie si allungano permettendo poi al fiore di generarsi e uscire.
Dicembre: il bulbo tubero, dopo la fioritura, inizia ad allungare sensibilmente le foglie per favorire la fotosintesi e di conseguenza inizia la riproduzione.
Gennaio: il bulbo tubero continua la sua fase di crescita con l’assorbimento del bulbo madre.
Febbraio: il bulbo tubero immagazzina più sostanze possibili al fine di aumentare il volume e accumula riserve per la produzione di foglie e fiori del ciclo successivo.
Marzo: le foglie del bulbo tubero iniziano a seccare dalle punte mentre continua la riproduzione.
Aprile: le foglie del bulbo tubero avranno raggiunto il completo ingiallimento con il quasi riassorbimento completo del bulbo madre
Maggio: le foglie del bulbo tubero saranno completamente essiccate e ci sarà il completo assorbimento del bulbo tubero madre e i nuovi bulbo tuberi
Giugno: le foglie secche si saranno completamente staccate dalla bulbo originario
Luglio, Agosto: i nuovi bulbi tuberi sono in dormienza è completamente sviluppati.
Le condizioni climatiche
Come tutte le piante anche il Crocus Sativus necessita di condizioni climatiche opportune per la crescita e lo sviluppo della coltivazione. Seppur è una pianta molto resistente dal punto di vista climatico, bisogna tenere presente alcuni parametri fondamentali.
Temperatura:
il crocus Sativus resiste a temperature che possono variare dai -10° ai +40° centigradi. Il bulbo tubero è capace di resistere anche a temperature inferiori allo zero ma è importante che non avvenga la rottura del terreno (segno di una temperatura troppo bassa e gelida) perché si avrà successivamente la lacerazione del bulbo tubero. Per una buona riuscita dell’impianto la temperatura dovrebbe oscillare dai +7° ai +19° nel periodo di vegetazione. Quando le temperature estive arrivano anche a superare i 40° centigradi il bulbo tubero non viene danneggiato perché esso si trova in stato di “dormienza”.
Sole:
il crocus Sativus predilige zone molto soleggiate che permette una formazione di bulbo tuberi di dimensioni maggiori e l’alternanza di sole pioggia durante la fioritura permette una maggiore produzione di fiori.
Pioggia:
il crocus Sativus preferisce un clima dove la piovosità è variabile e che si aggira tra i 250 mm e 600 mm annui. In genere preferisce un clima mediterraneo-continentale in cui le precipitazioni non superano i 400 mm annui anche se con le opportune tecniche agricole esso cresce in zone molto più piovose (maggiori di 1000 mm annui)
Umidità:
il crocus Sativus soffre l’umidità e ristagni d’acqua. Entrambi fattori possono portare gravi danni come marciume e malattie fungine
Le caratteristiche del terreno
Suolo:
lo zafferano preferisce un terreno di medio impasto e la composizione ideale è composta da sabbia (35-55%), limo (20-45%), argilla (10-25%). È preferibile un terreno permeabile e ben drenante al fine di evitare ristagni d’acqua.
PH:
pH ottimale per lo zafferano si aggira tra il 5,8 e il 7. Un pH troppo basso avrà come conseguenza la propagazione di malattie e la produzione di bulbi di dimensioni minori per la carenza di macro elementi. Un pH troppo elevato avrà conseguenze sulla fioritura che risulterà scarsa.
Concimazione:
la migliore concimazione è lo stallatico maturo, un misto di ovino, equino, bovino.
La quantità di esso è 20-30 t per ettaro. E’ una coltivazione molto esigente in termini di concimazione organica
In alcuni paesi vengono utilizzati concimi minerali in cui le quantità sono:
40-50 kg per ettaro di azoto (sotto forma di solfato di ammoniaca-21% N2)
80-100 kg per ettaro di fosforo (sotto forma di super fosfato di cal. 18% P2 O2)
100-200 kg per ettaro di potassio (sotto forma di solfato di potassio 60% K2O2)