[fusion_text]Venerdi 15 luglio presso la sede in Via delle Muretta, 99 a Camaiore si è tenuto un incontro formativo sulla lotta alla varroa diversi esperti hanno discusso e mostrato il mondo della Varroa. Una piaga che colpisce tutti gli alveari e che ogni apicoltore prima o poi deve affrontare.
La lotta alla varroa non è semplice e di sicuro non porta alla risoluzione del problema ma con opportune tecniche è possibile ridurre notevolmente l’infestazione e arginare il problema.
Gli esperti che si sono succeduti provengono dal mondo dell’apicoltura e sono tutti professionisti del settore.
Tutti hanno affrontato la lotta alla varroa con la conoscenza e l’esperienza che ha permesso a tutto il pubblico di apprendere molte informazioni sulla morfologia, biologia e comportamento dell’acaro varroa.
Pino Scusa, apicoltore professionista e professore di biologia ha studiato e fotografato per molti anni l’acaro varroa e ha presentato la sua morfologia e biologia.
Prima di tutto, per combatterla, bisogna conoscerla.

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Essa entra nella cella circa 20 ore prima della opercolatura e depone una o più varroe fertili e una maschile. Dopo due – tre giorni avviene la fecondazione che è letale per il maschio.
L’omozigosi (la fecondazione da parte del maschio consanguineo) dovrebbe indebolire la varroa, ma in realtà la fecondazione avviene tra più ceppi
deposti a femmine diverse. Questo permette alla varroa di generare anche ceppi resistenti ai prodotti per la lotta chimica.
Successivamente alla fecondazione avviene la nascita di acari fertili che sono capaci di pungere e succhiare la linfa vitale delle api nascenti.
All’apertura della cella, quindi alla nascita dell’ape, gli acari fertili sono pronti per deporre in una nuova cella.[/fusion_text][one_full last=”yes” spacing=”yes” center_content=”no” hide_on_mobile=”no” background_color=”#e5e5e5″ background_image=”” background_repeat=”no-repeat” background_position=”left top” hover_type=”none” link=”” border_position=”all” border_size=”0px” border_color=”” border_style=”solid” padding=”” margin_top=”” margin_bottom=”” animation_type=”0″ animation_direction=”down” animation_speed=”0.1″ animation_offset=”” class=”” id=””][recent_posts layout=”thumbnails-on-side” hover_type=”none” columns=”4″ number_posts=”4″ offset=”” cat_slug=”” exclude_cats=”” thumbnail=”yes” title=”yes” meta=”no” excerpt=”no” excerpt_length=”0″ strip_html=”no” animation_type=”0″ animation_direction=”down” animation_speed=”0.1″ animation_offset=”” class=”” id=””][/recent_posts][/one_full][fusion_text]Perchè l’acaro varroa preferisce la covata maschile?
La covata maschile ha un tempo più lungo di sviluppo. Infatti il fuco nasce ed esce dalla cella in 24 giorni, invece che 21 giorni delle api operaie.varroa larve nella cella di covata maschile
Questo le consente di rimanere per più tempo in un ambiente favorevole con la giusta temperatura e nutrizione.

La lotta alla varroa va fatta sempre quando l’alveare ha un’assenza di covata (più avanti sarà presentato un metodo) proprio perchè la varroa, protetta dalla opercolatura, non puo’ essere attaccata dai principi attivi usati (acido formico, acido ossalico).
La varroa danneggia le api in tutte le fasi della loro vita proprio per la sua capacità di adattamento. Infatti essa rimane attaccata al corpo dell’ape diffondendo anche virus e batteri che con il tempo indeboliscono la famiglia. Spesso si dice che l’acaro non sia la causa del collasso di un alveare ma che ne sia il promotore perché una famiglia indebolita è più soggetta a malattie che in condizioni normali sarebbero latenti (peste americana, ecc.).
La sua capacità di adattamento dipende anche dalla sua conformazione. Essa ha una peluria che le permette di attaccarsi alle api e un piccolo pungiglione che le permette di perforare e succhiare il nutrimento dall’insetto ospite.
Le zampe sono otto e sotto sono composte da piccole ventose che le permettono di attaccarsi anche a superfici insolite (parete dell’arnia). La varroa destructor è stata scoperta (precedentemente si trattava di un altro tipo di varroa) negli anni 2000.

Il ciclo dell’acaro varroa parte dalla fecondazione e avviene per muta. Esso si sviluppa in diverse fasi che la portano all’acaro definitivo. Il maschio è di dimensioni minori perché incapace di nutrirsi; esso muore dopo l’accoppiamento.
Probabilmente anche le defecazioni dell’acaro che sono ben visibili al microscopio comportano l’indebolimento della famiglia perchè veicolo di ulteriori parassiti anche se non ci sono studi in merito.

Proprio perchè l’acarvarroa clesia zafferano lucchesia varroa pupao si sviluppa nella cella, esso si nasconde e si nutre della pappa reale e si adatta a molti tipi di ambiente diverso. Ad esempio il freddo inibisce l’acaro ma non lo uccide. L’ambiente ostile per l’acaro si presenta quando la temperatura supera i 41°C. Infatti diverse tecniche di lotta alla varroa sfruttano la temperatura ostile ben sopportata dalle api.  Il problema di questo metodo sta nella difficoltà di mantenere costate la temperatura all’interno dell’alveare per il tempo necessario a debellare l’acaro, anche se il metodo innovativo si presta ad ulteriori miglioramenti.

Uno dei metodi per verificare se è presente l’acaro, consiste nel disorpercolare una cella maschile e verificare se l’acaro è presente sulla pupa.[/fusion_text][one_half last=”no” spacing=”yes” center_content=”no” hide_on_mobile=”no” background_color=”” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” background_position=”left top” hover_type=”none” link=”” border_position=”all” border_size=”0px” border_color=”” border_style=”” padding=”” margin_top=”” margin_bottom=”” animation_type=”” animation_direction=”” animation_speed=”0.1″ animation_offset=”” class=”” id=””][tagline_box backgroundcolor=”#014a2c” shadow=”no” shadowopacity=”0.7″ border=”1px” bordercolor=”” highlightposition=”top” content_alignment=”left” link=”” linktarget=”_self” modal=”” button_size=”” button_shape=”” button_type=”” buttoncolor=”” button=”” title=”” description=”” margin_top=”” margin_bottom=”” animation_type=”0″ animation_direction=”down” animation_speed=”0.1″ animation_offset=”” class=”” id=””]

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